Curiosità

Ospitalità tahitiana
I polinesiani hanno un vero codice che riguarda il valore della vità, l’umiltà, la tolleranza e soprattutto l’ospitalità. Questo insieme di regole si tramanda di generazione in generazione:
“Non allontanarti da nessuno senza averlo invitato a mangiare un pasto insieme a te...”
Oppure:
“Non trattare con indifferenza il viaggiatore che passa davanti alla tua porta. Devi invitarlo nella tua casa”
L’ospitalità tahitiana è diversa da quella europea o occidentale. L’espressioni di saluto sono focalizzate su un augurio per la salute della persona e un invito alla longevità a differenza del mondo occidentale il cui augurio è limitato ad un trascorrere una giornata piacevole.
“Ia Ora” o Ia Ora Na” non è un buongiorno ma un buon augurio alla vita.
“Manava” e “Maeva” sono due nozioni fondamentali che derivano direttamente dallo spirito di ospitalità tahitiana. Quando un polinesiano pronuncia “maeva”, apre la sua casa, il suo nome e il suo cuore alla persona che ha davanti a se’. All’arrivo in aeroporto il viaggiatore viene accolto da un gruppo di suonatori polinesiani, con una collana di fiori che viene messa al collo e con il fiore tradizionale polinesiano (il tiare) che simboleggia il loro benvenuto e il primo contatto forte di amicizia con il visitatore.

I tatuaggi
Pilastro dell’identità culturale “ma’ohi”, il tatuaggio polinesiano privilegia l’uso del colore nero a scapito del colore. Secondo la legenda i Ma’hoi utilizzavano i tatuaggi per compiacere Ta’aroa, il dio onnipotente, i cui stessi figli venivano tatuati per diventare più attraenti e sedurre le loro sorelle. Il senso mitologico del tatuaggio non si limitava ad un valore estetico e un significato di attrazione sessuale ma anche segnava il passaggio dall’età dell’adolescenza all’età adulta. Il tatuaggio, inoltre, nell’antica cultura polinesiana simboleggiava l’appartenenza ad un clan o ad una comunità oppure la provenienza da una determinata area geografica. Tutte queste informazioni veniva impresse nella pelle e costituivano una sorta di carta di identità per ogni individuo. I tatuatori occupavano una posizione molto alta nella società e si tramandavano di padre in figlio la conoscenza della tecnica. Ogni gruppo di isole aveva il proprio tipo di tatuaggio. Nelle Isole della società, uomini e donne erano tatuati sulle spalle, sulle braccia ma mai sulla faccia. Il tatuaggio, rappresentava inoltre un rito di iniziazione: nelle isole Marchesi l’età adulta veniva celebrata con una cerimonia nella quale i giovani mostravano i tatuaggi come simbolo di coraggio, le donne, invece, non potevano aiutare a cucinare se non si facevano tatuare. In Mangareva nell’arcipelago delle Gambier, il tatuaggio era obbligatorio. Il segno distintivo era caratterizzato da un cerchio tatuato sotto le ascelle degli adolescenti. Diviso in 4 parti veniva progressivamente arricchito durante la vita dell’uomo. Il tatuaggio delle Isole Australi si differenziava per l’uso di hand width tatuate bande sotto le ascelle. Nelle Tuamotu il tatuaggio era molto diffuso nella parte occidentale e poco nella parte orientale. Gli uomini di Rangiroa potevano essere tatuati dalla testa ai piedi con disegni caratterizzati da linee curve, cerchi concentrici o disegni a scacchiera mentre le donne portavano dei disegni molto semplici sulle braccia e sulle gambe. Oggi, Viene sfoggiato sia dagli uomini che dalle donne, ha perso la sua connotazione simbolica e rappresenta un puro ornamento del corpo quindi il tatuaggio è fatto prima di tutto per essere visto. Tatoonesia è il fastival dei tatuaggi che si svolge ogni anno a novembre.

Danza
Espressione più vitale della cultura Maohi. La danza era infatti legata a tutti gli avvenimenti della vita di ogni giorno. La musica, i canti e le danze rappresentano una manifestazione di contentezza ma anche un importante rito di benvenuto, una sconfitta sul nemico o un trionfo su una competizione. I canti hanno origine antica e venivano eseguiti nelle marae in presenza del sacerdote per festeggiare alcune celebrazioni. Successivamente l’arrivo degli europei ha importato altri tipi di musica e ha modificato completamente quella originaria. Esistono 5 tipi di danza che raramente vengono esibiti singolarmente in quanto fanno parte sempre di un programma di più ampio respiro.
1) Otea: danza in cui le donne muovono velocemente le anche e gli uomini eseguono dei movimenti a forbice. E’ la più tradizionale
2) Aparima: danza che racconto una storia attraverso canti e movimenti
3) Hivinau: ispirata ai gesti di marinai britannici quando levavano l’ancora.
4) Paoa: al centro di un semicerchio formato da uomini e donne che cantano in coro, un uomo recita una legenda. Il ritmo viene tenuto battendo le mani sulle cosce
5) Danza del fuoco: un uomo esegue numeri di destrezza con una torcia accompagnato dal suono di tamburi
La musica risuona in tutte le isole. Vengono utilizzate normalmente l’ukele e le percussioni. La scelta dello strumento dipende dipende dal tipo di danza che si vuole eseguire.

Legno
L’artigianato è uno dei punti distintivi della cultura polinesiana ed esprime il forte legame di questo popolo con la natura. Sono sculture realizzate seguendo l’ispirazione del momento sulla scia di motivi ancestrali, grafici simbolici in legni pregiati, come il “tou” il palissandro del luogo, o il “miro”, legno rosa. Gli intagli più belli provengono dalle isole marchesi dove vengono realizzati bellissimi tiki, ciotole mortai, lance.

Perle
“Pinctada Margaritifera”; madreperla unica grazie all’ambiente lagunare puro e straordinario. La perla di tahiti è diventata simbolo di eleganza e bellezza nel mondo intero. Rotonda e perfetta, di forma allungata. Le perle maggiormente costose sono quelle perfettamente rotonde o a goccia. Sono caratterizzate da ogni tipo di sfumatura dal nero al bianco.

Marae
Luoghi di culto all’aperto dedicati anche ad attività culturali sociali di un gruppo o di una famiglia, simbolo della cultura polinesiana improntata sul politeismo che venerava gli atua (dei). Da molti anni i polinesiani praticano la fede cristiana quindi molti di questi templi sono andati distrutti o smantellati per costruire chiese. Nei marae di famiglia si celebravano nascite, morti ed eventi privati. I marae di grandi dimensioni erano i temoli dei capi e venivano usati per le riunioni degli abitanti del villaggio, per i sacrifici e per le altre cerimonie religiose. I marae rimasti in migliore condizioni si trovano a Moorea e Raiatea. Due concetti sopravvivono ancora della cultura religiosa polinesiana quelli di mana e tapu. Il mana è una forza soprannaturale che può essere trasmessa solo fra gli oggetti e le persone. Tabu è tutto ciò che è proibito ed è violazione. Nella cultura polinesiana i sacrifici erano offerti in casi eccezionali in concomitanza con eventi catastrofici. Solamente gli uomini potevano essere offerti in sacrificio mentre le donne non avevano il diritto di partecipare ai riti religiosi.

Tiky
E’ un personaggio di sesso maschile tarhiato. Ha le braccia piegate, le gambe flesse e la testa è slanciato verso l’indietro, il collo non esiste. Erano la rappresentazione degli dei.

Sport
Lo sport nazionale è la “va” (canoa a bilanciere). La manifestazione più importante è la gara di canone di Hawaiki Nui: dura 3 giorni e tocca 4 isole, si svolge a novembre con un percorso di 116 km. Anche il surf è un antico sport tahititiano che sta registrando sempre un maggior successo. Veniva praticato già prima dell’arrivo degli europei solo i capi, però potevano stare in piedi sulla tavola mentre il resto della popolazione doveva rimanere sdraiata.