Osaka

Seconda città del Giappone, per popolazione (circa 2.600.000 abitanti) e per importanza economica, è situata nella regione del Kansai, nell'isola di Honshu, alla foce del fiume Yodo (nella parte più interna della baia omonima). L’antica NANIWA, importante porto fluviale del VIII secolo, ha conosciuto un fiorente periodo di sviluppo durante la fine del 1800, quando il porto è stato aperto ai traffici commerciali con gli altri paesi stranieri; i mercanti vi ci stabilirono la loro residenza e la città divenne un fiorente polo economico. Tale sviluppo fu poi ulteriormente stimolato dallo shogunato di Tokugawa, che adottò una politica liberista permettendo ai mercanti di moltiplicare le loro fortune senza alcuna interferenza da parte del governo. Oggi, il porto ha un traffico annuo di 90.000.000 di tonnellate di merci, anche se Tokyo gli ha sottratto il primato di polo economico del Giappone e molte imprese si sono trasferite a est. Sono presenti numerose industrie chimiche, alimentari, tessili e cantieristiche; l’attività della pesca, l’allevamento bovino e suino e la produzione di riso e tè sono fortemente sviluppate.
Osaka è stata danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e quasi completamente ricostruita in stile moderno, anche se sono stati conservati i preziosi edifici del passato. È considerata patrimonio storico e culturale, per le sue numerose biblioteche, i suoi musei, le sue università e gli istituti superiori. Viene in genere divisa in due zone: Kita e Minami (in giapponese “Nord e Sud”). “Kita” è il principale centro amministrativo e commerciale della città e comprende due delle più importanti stazioni ferroviarie: la JR Osaka e l’Hankyu Umeda. La parte sud, “Minami”, è il quartiere dei divertimenti, dove si concentrano le trafficate zone dello shopping e la vita notturna di Namba e Shinsaibashi.
Una delle principali attrazioni di Osaka è il Castello di Osaka, Osaka-jo con il suoi meravigliosi giardini. I castelli giapponesi sono architettonicamente molto diversi da quelli europei, sono più recenti (alcuni hanno meno di 200 anni) perché fino al XIX secolo il Giappone aveva ancora una struttura sociale tipicamente feudale. Il castello si sviluppa in verticale con forme tipicamente a pagoda e raggiunge anche i sette piani, quello di Osaka, costruito da Toyotomi Hideyoshi, è un edificio enorme, a corpo unico, con pianta quadrangolare e alto basamento in pietra.
Il Castello di Osaka è stato ricostruito nel 1931 con il contributo dei cittadini ed è considerato il simbolo di Osaka.

HOTEL A OSAKA

Le seguenti tariffe sono da intendersi a camera a notte, includono tasse e servizi ma non sono comprensive di prima colazione, eccetto dove diversamente indicato.

OSAKA E DINTORNI

Kinosaki Onsen
Optional da Osaka - 2 gg/1 n.
Kobe, il Monte Rocco e Arima Onsen


Hotel a Osaka
Osaka e dintorni

Mappa di Osaka

CURIOSITA'
Kimono
La parola kimono (– letteralmente “cosa da indossare” – abito) è entrata in uso solo nel XIX secolo per poter distinguere gli abiti giapponesi (Kimono) da quelli occidentali (Yofuku). Dalla Cina, proprio come avvenne per la scrittura, arrivò nella cultura giapponese ed si sviluppò nel periodo Heian (794-1192), da allora la forma base del kimono è rimasta essenzialmente immutata. L’uso rimase sempre distinto per le varie classi sociali, evidenziando per quelle più elevate un diverso e più appariscente aspetto (famosi i kimoni delle cortigiane del periodo Edo 1600-1868 spesso riprodotti in magnifiche stampe dell’epoca). Durante l’Ottocento con l’incremento dei contatti commerciali con l’Occidente, per il kimono cominciò un lento ma inesorabile declino, pur tuttavia rimanendo ancora per molto tempo l’abito più indossato in Giappone. Tradizionalmente tutti i kimono da donna sono di una sola taglia e vengono adattati alle varie forme e dimensioni del corpo rimboccando o piegando opportunamente il tessuto. È impossibile indossare un kimono senza aiuto, proprio perché composto da almeno dodici parti separate, da unire e fissare secondo regole precise; esistono ancora assistenti professionali che aiutano ad indossarli in maniera corretta. I kimono vengono spesso considerati opere d’arte, ed alcuni grandi artisti giapponesi si sono dedicati, nel tempo, alla decorazione dei tessuti per realizzarli. Possono essere decorati con motivi singoli o ripetuti, ottenuti con diverse tecniche, tra cui lo Yuzen, la pittura a mano. Solo poche donne anziane e ancor meno uomini indossano il kimono quotidianamente, ormai sono abiti indossati solo in occasioni speciali, come le nozze e le cerimonie del tè; la scelta del kimono da indossare riflette l'età della donna, il suo stato civile e la formalità dell'occasione. Le principali differenze per i kimono da uomo consistono nel tipo di tessuto usato e nel modello; sono molto più semplici, si compongono di un massimo di cinque pezzi, esclusi calze e sandali. Il kimono tipico da uomo è di colore nero, blu scuro, verde scuro e più raramente marrone. I tessuti sono opachi e, nei modelli meno formali, presentano un motivo leggero o possono essere di colori leggermente più vivaci come il viola, il verde e il blu. I lottatori di sumo professionisti in genere indossano kimono dai colori particolarmente vivaci, come il fucsia, nelle apparizioni in pubblico fuori dal ring.

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