Polinesia - Il Paradiso in Terra

Secondo un’antica leggenda le isole della Polinesia furono create da un enorme banco di pesci negli abissi dell’oceano. Un giorno la divinità Maui, navigando per i mari insieme ai suoi fratelli, decise di pescare. Pescò talmente tanto che i fratelli esausti dalla giornata si addormentarono; e mentre i fratelli dormivano, Maui iniziò a cantare per infondere energia e attirare i pesci al suo amo.
Ad un certo punto senti uno strattone troppo forte alla sua canna. Svegliò i suoi fratelli e dopo notevoli sforzi riuscirono a tirare fuori che quello che pensavano fosse un pesce: un’isola!! Da quel giorno le isole della Polinesia ebbero origine spargendosi nell’oceano.
Il nome Polinesia fu coniato dal filosofo-scientifico francese Charles de Brosses. La sua etimologia deriva dalla composizione di due parole greche: pol?s (tanti) e nêsos (isole).
La ricchezza della cultura polinesiana, fatta di leggende e miti tramandate da padre in figlio per via orale, la danza (famosa con il nome di Tamurè), la tranquillità e la calma sono unici nel genere e rappresentano per il visitatore un’esperienza indimenticabile. All’arrivo chiunque viene accolto da un calorosissimo benvenuto accompagnato dalla melodica musica degli ukelele e da una ghirlanda di Tiare simbolo di Tahiti e delle sue isole.

La Polinesia francese si compone di 118 isole, suddivise in 5 arcipelaghi distanti fra di loro e di aspetto molto diverso sia geograficamente che culturalmente:
Arcipelago delle Società: il loro nome risale al capitano Cook che in onore della Società reale di Londra che aveva finanziato la spedizione. L’arcipelago è costituito dalle Isole del Vento e dalle Isole Sottovento. Le Isole della Società si caratterizzano per un territorio essenzialmente montagnoso, con alture verdeggianti che calano a picco sulla costa sabbiosa dai colori che variano tra il bianco, il rosa ed il nero, baciate dall’oceano e circondate da una barriera corallina che delimita lagune che assumono le più disparate sfumature di colore. L’isola principale è Tahiti, dove risiede la capitale amministrativa: Papete. Questo arcipelago comprende le seguenti isole: Moorea, Bora Bora, Huahine, Raiatea Taha’a e Maupiti.
Arcipelago delle Tuamotu: insieme di isole e atolli ciascuno dei quali è richiuso nella sua laguna formata da cinture di corallo, formando una catena di atolli tra le più grandi al mondo. Tutte le isole sono "isole basse" coralline: essenzialmente alte barriere coralline sul reef. Fanno parte di questo arcipelago Rangiroa, Tikehau, Manihi, Fakavara sono le località maggiormente visitate. L’arte delle Tuamotu risente della mancanza di risorse disponibili nelle varie isole (non ci sono legni o alberi). Gli abitanti delle Tuamotu sono, quindi esperti di tattoo che rappresentano le divinità marine oppure di ornamenti in corallo e madre perla.
Arcipelago delle Marchesi: detta anche “la terra degli uomini” si caratterizzano per isole vulcaniche alte che si ergono come fortezze dal colore verde scuro nel blu del pacifico a due passi dall’equatore. L’arcipelago è composto da: Nuku Hiva, Hiva Oa, Ua Pou, Ua Huka, Tahuata, Fatu Hiva, Moho Tani, Ehiao, Hatutaa e Motu One, unica a presentare una barriera corallina.
Arcipelago delle Australi: composto da 5 isole alte e selvagge: Rurutu, Tubuai, Rimatara, Raivavae e Rapa. Sono anche il luogo di incontro delle balene megattere tra luglio e ottobre. Godono di un clima più fresco rispetto a quello di Tahiti, che ha permesso loro di coltivare alcuni prodotti non presenti negli altri arcipelaghi quali patate, vegetali e caffè.
Arcipelago delle Gambier: composto da 14 isolotti è considerato la culla delle perle polinesiane. L’isola più grande, Mangareva si caratterizza per l’artigianato di corallo e per costruzioni neo-gotiche in pietra di corallo.